Oltre 1000 iscritti alla Granfondo fortemente voluta dalla Fondazione Pantani per tenere sempre alto il ricordo di Marco e giunta ormai alla sua X edizione.
Neanche il meteo avverso ha impedito agli oltre 1000 iscritti di presentarsi domenica mattina alla Fondazione Pantani, ritirare il pettorale di gara e partire per i 160 km che li separavano dall’arrivo allo Stadio Comunale di Cesenatico. La X edizione della Pantanissima, la Granfondo fortemente voluta dalla Fondazione Pantani per mantenere alto il ricordo del Pirata, non ha tradito le aspettative ed ha regalato forti emozioni a pubblico e partecipanti. Presenti molti amici di Marco e tantissimi atleti che proprio grazie alle sue epiche gesta si sono avvicinati a questo sport.
A vincere la X edizione della Granfondo che ripercorre gli itinerari d’allenamento di Marco Pantani è stato il giovanissimo Christian Barchi. “Vincere questa gara ha un sapore davvero unico – ha dichiarato Barchi al termine della Granfondo – soprattutto per l’importanza emotiva che riveste per chi come me è nato in Romagna. E’ l’occasione per ricordare Marco e farlo attraversando quegli itinerari a lui tanto cari. Ringrazio la Famiglia Pantani e la Fondazione – conclude – che ogni anno si prodigano per organizzare questa bellissima manifestazione”.
“Come sempre è stata durissima – è il commento di Tonina Pantani, mamma di Marco – Questa mattina la mia paura più grande era per le condizioni della strada. Avevo paura che qualcuno potesse farsi del male cadendo. Alla fine ce l’abbiamo fatta. Sono dieci anni che ci riusciamo e ne sono davvero orgogliosa!”.
Ricordiamo che i percorsi di gara previsti erano due: uno più corto da 105 km con un dislivello di 1254 metri e uno, più impegnativo, di 160 km (dislivello 2265).
La Pantanissima è una Granfondo ciclistica, che su entrambe le proposte, muove rispetto e devozione alle gesta di un atleta, un ragazzo che, da questi sfondi, ha superato i dialetti, per abbracciare le lingue universali dell’emozione.
E così, nell’espressività d’un tracciato, i partecipanti hanno incontrato l’erta di Montevecchio, col Monumento a Pantani che sembra raccontare quanto, le aspre pendenze del colle, siano un crocevia di fatiche e di soddisfazioni. Hanno poi superato il Passo del Carnaio, cerniera delle importanti valli del Savio e del Bidente, pronto a ricordare quanto quei tornanti abbian gridato, nel conforto di una gioventù che ancor toccava l’adolescenza, l’intenso talento del futuro Pirata.
Lì, dove l’Appennino col suo odore agreste sa entrare nei cuori e l’orizzonte spinge al volo, il ragazzino che veniva dal mare, s’alzò sui pedali, lasciando stupore ed ammirazione al ciclista azzurro Marino Amadori. Sì, proprio colui che diverrà l’ultimo tecnico di Marco, mentre si allenava per la prova iridata, conobbe, in quel giorno d’estate, un profeta. E poi, di nuovo l’incontro con la fatica ed i significati di Montevecchio, prima di tornare finalmente su quella pianura che ha accompagnato ogni atleta fino al mare, a Cesenatico: Casa Pantani.
Il percorso della Fondazione Pantani non si ferma qui! Da fine settembre partirà in giro per l’Italia insieme a Bike Shop Test per incontrare gli appassionati di bici (ma non solo) di tutto lo stivale in un Tour di eventi che dopo Milano passerà a Montecatini Terme, Bologna, Roma per arrivare a Palermo il 18 e 19 novembre.